Dettaglio dell'acquarello della Rocca di Anghiari di Daniela Lorusso
Anghiari, un paesaggio dove lo sguardo si perde, una successione continua di colline e vallate, dove anche la mente si perde, dietro a pensieri che portano pace e fanno ritrovare se stessi.
In questo luogo magico e affascinante nacque, nel 1998, la Libera Università dell’Autobiografia, fondata da Saverio Tutino e Duccio Demetrio. Scopo? Quello di sostenere e diffondere la scrittura autobiografica che serve a sviluppare le proprie conoscenze, la propria sensibilità, ma anche a guarire da quei nodi che ci teniamo dentro da sempre. Il valore terapeutico dello scrivere di se stessi e su se stessi è altamente riconosciuto e ad Anghiari si incontrano e si confrontano persone di ogni età e cultura. Ci puoi incontrare giovani e anziani, tutti alla ricerca di una sensibilità ed equilibrio di cui sentono la mancanza.

I filosofi Duccio Demetrio e Maria Giovanna Farina
Ogni anno il Festival dell’ Autobiografia, richiama appassionati, curiosi e protagonisti, come è stato quest’anno, quando, dall’1 al 4 settembre si è visto di tutto un po’.
Per noi c’era la dottoressa Maria Giovanna Farina, che nell’ambito di INCONTRI CON L’AUTORE – Autobiografia, Cura e Fragilità Esistenziali, ha accompagnato e presentatoMariangela Gallazzi ed il suo blog: trudy.myblog.it.
Che è un vero e proprio fenomeno della rete che conta fino a dodicimila visite al mese. È un diario virtuale della quotidianità, dove l’autrice si mette in gioco in prima persona per raccontare il “suo” tema dell’abuso, della prevaricazione e del riscatto avvenuto anche grazie alla scrittura. Dopo un percorso di affrancamento da una situazione familiare che dai suoi cinque anni l’ha vista vivere con la mamma alcolista e il padre violento, dalla violenza sessuale e psicologica avvenuta in famiglia durante l’adolescenza, dall’estrema emarginazione che l’ha vista frequentare per un periodo il dormitorio femminile di Milano, Mariangela ha ritrovato l’equilibrio grazie ad associazioni, figure professionali e persone del territorio milanese, certo, ma deve molto anche al suo esercizio di scrittura autobiografica.

La protagonista Mariangela Gallazzi e la filosofa Maria Giovanna Farina
Proprio attraverso tale blog, Mariangela, persona carica di problemi e difficoltà per le violenze subite, si è riscattata ed ha ritrovato se stessa. Donna di notevole forza, ha saputo cancellare le sue insicurezze, la sua bassa autostima ed è rifiorita.
La dottoressa Farina ha letto alcune pagine del blog particolarmente significative, ha raccontato la storia di Mariangela, che, di fronte ad una platea colma e molto interessata, ha ricordato la sua prima di esperienza autobiografica: il periodo del dormitorio in cui si sentiva sola interiormente, quando su una panchina del centro commerciale dove passava molte ore libere dal lavoro (al dormitorio si entra alle 20), ed è stato allora che ha iniziato a scrivere delle lettere ad un’amica morta. In sala è stato proiettata la home page del blog di Mariangela e lei ha raccontato che il nome Trudy deriva dal nome del primo coniglietto che ha posseduto.
Compito della dottoressa Farina è stato poi spiegare da dove è nata la forza interiore che ha permesso a Mariangela di riscattarsi: ella ha dovuto salvarsi fin da piccola dall’istinto di autodistruzione materno. In mezzo a sorrisi, lacrime e tanta emozione, una promessa pubblicail prossimo animale di Mariangela sarà un gatto, perché ora la sua femminilità è evoluta e un coniglietto non la rappresenta più.
Una storia che conferma che, grazie alle persone che ha intorno e grazie alla scrittura, una persona può acquisire quella sicurezza e quella forza che fanno, nella vita, la differenza. Lo scrivere di sé, l’interloquire con gli altri, il confrontarsi con altre esperienze forti e dirette, ha dato infatti a Mariangela la spinta per uscire da una situazione in cui soccombeva. Nell’incontro di Anghiari, il 3 settembre, la dottoressa Farina ha dimostrato come lo scrivere di sé l’ha aiutata a tirar fuori quello che ostruiva e nascondeva la vera sensibilità, il suo essere veramente. Frutto finale di questo lavoro sarà un libro che diverrà il testimone del suo percorso esistenziale.